venerdì 15 maggio 2020

Pitagora: in principio fu la corda - STEP #16

Particolare della Scuola di Atene (Pitagora), Raffaello Sanzio
Pitagora (580/70 – 495 a.C.) è descritto dalle fonti come un uomo dotato di facoltà semi-divine e si dice che fosse stato il primo ad ascoltare il suono prodotto dai pianeti i quali, muovendosi in orbite perfette – come ritenevano i pensatori dell’epoca – producevano ognuno un tono musicale e, tutti insieme, un grande accordo cosmico, sintomo e testimone della perfezione divina che decise di creare il mondo in modo perfetto e ordinato.

Per Pitagora, il significato di cosmo veniva a coincidere con quello di “ordine equilibrato”, ovvero un luogo dove tutti gli elementi riuscivano a convivere e fondersi, grazie ad una divina harmonia, che generava tutte le realtà conosciute. In questo senso, la musica era l’ennesimo risultato di questo sommo ordine e, anzi, la sua manifestazione più concreta.I pitagorici tradussero poi i rapporti tra gli intervalli dei suoni in rapporti numerici e li rappresentarono tramite la matematica.

Pitagora determinò le consonanze musicali di tono, quarta, quinta e ottava, ascoltando il battere dei martelli nei pressi di una fucina; leggenda tramandata da il filosofo Giamblico.
Si narra che Pitagora, mentre passeggiava, udì provenire da un’officina d’un fabbro alcuni suoni, che gli sembrarono in parte gradevoli e in parte sgradevoli. Quattro fabbri battevano quattro martelli sulle quattro incudini e i suoni producendo tra loro sia consonanze sia dissonanze. Pitagora si avvicina incuriosito e, grazie alle spiegazioni dei fabbri, scopre che le diverse altezze dei suoni dipendono
non dai muscoli o dalla forza del percuotere, ma dal diverso peso dei magli. I magli hanno pesi in rapporto 6, 8, 9 e 12, quei numeri stabiliscono proporzioni. La musica è appunto la scienza della proporzione tra i numeri. Pitagora stabilisce che il rapporto 6: 12 = 1: 2 indica l’ottava o armonia, e allo stesso modo dal rapporto 6: 9 = 2:3, si ricava la quinta; dal rapporto 6: 8 = 3: 4, la quarta e dal rapporto 8: 9, il tono.
Pitagora applicò la proporzionalità anche ai flauti e a tutti gli strumenti a fiato, ritrovando gli stessi rapporti (1:2, 2:3, 3:4, 8:9) e arrivò alla conclusione che gli strumenti producevano suoni armonici se c’era proporzionalità tra la larghezza e la lunghezza dei flauti e lo spessore e la lunghezza e l’allentamento della corda, e tra il restringimento e l’accorciamento dei flauti e l’assottigliamento e la tensione e l’accorciamento della corda:
- L’altezza del suono è inversamente proporzionale alla lunghezza della parte di corda suonata.
- Il suono prodotto da corde diverse per spessore e materiale è diverso.
- L’altezza del suono prodotto è direttamente proporzionale alla tensione della corda.

Xilografia medievale che raffigura Pitagora con campane e altri strumenti che suonano in armonia

Come abbiamo già detto, l'universo fisico dei Pitagorici è un cosmo, cioè un tutto ordinato, armonico. Alla base dell’idea di armonia vi è l’idea di commisurabilità, e dunque vi è il numero, che per i Pitagorici rappresenta l’arché. Interessante è anche la traduzione di logos, dal greco: parola, verbo e in origine rapporto. Arithmos, numero, logos, rapporto, sono parole usate indifferentemente l’una per l’altra nella tradizione pitagorica. Ecco emergere l’accostamento di Logos con rapporto numerico (sopratutto 1/2), misura, equilibrio, proporzione, armonia.
Riferimenti bibliografici:
https://www.arteantica.eu/armonia-delle-sfere/
http://associazione432hz.altervista.org/la-musica-delluniverso-larmonia-delle-sfere/?doing_wp_cron=1587571603.1887569427490234375000
http://disf.org/editoriali/2018-02
https://www.famigliafideus.com/wp-content/uploads/2016/05/3-ARMONIA-PITAGORA.pdf

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