mercoledì 29 aprile 2020

L'armonia ciceroniana delle sfere

«Movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio, e la natura richiede che le due estremità risuonino, di toni gravi l'una, acuti l'altra. Ecco perché l'orbita stellare suprema, la cui rotazione è la più rapida, si muove con suono più acuto e concitato, mentre questa sfera lunare, la più bassa, emette un suono estremamente grave; la Terra infatti, nona, poiché resta immobile, rimane sempre fissa in un'unica sede, racchiudendo in sé il centro dell'universo. Le otto orbite, poi, all'interno delle quali due hanno la stessa velocità, producono sette suoni distinti da intervalli, il cui numero è, possiamo dire, il nodo di tutte le cose; imitandolo, gli uomini esperti di strumenti a corde e di canto si sono aperti la via per ritornare qui, come gli altri che grazie all'eccellenza dei loro ingegni, durante la loro esistenza terrena, hanno coltivato gli studi divini.
Le orecchie degli uomini, riempite di questo suono, diventarono sorde, né infatti vi è in voi un altro senso più debole.»
(Cicerone, Somnium Scipionis, libro VI del De re publica, cap. 18)

Cicerone vedeva l'universo come un complesso strutturato in cerchi concentrici, aventi come centro la Terra: si trattava di sfere intese come ambiti di pertinenza, ognuna delle quali contenente un pianeta che esse trascinavano con sé, muovendosi in maniera circolare, generando il suono.

Andreas Cellarius: Harmonia macrocosmica seu atlas universalis et novus, totius universi creati cosmographiam generalem, et novam exhibens

“Scipione l’Emiliano: Che cos’è? Che musica è questa così intensa e così piacevole, che riempie le mie orecchie?
Scipione l’Africano: È quella prodotta dall’energia che muove le sfere stesse composta da note emesse ad intervalli ineguali, ma tuttavia distribuiti ciascuno sulla base di un rapporto razionale; ne deriva una precisa varietà di armonie…”. (Sogno di Scipione)

Post sulla concezione della musica di Boezio, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Musica_delle_sfere

Il suono nel pensiero medievale- STEP#12

Medioevo: la musica è parte di noi...

Boezio fu un filosofo e senatore romano vissuto tra il V e VI secolo che introdusse lo studio della musica, e prima di lui Agostino, come funzionale all’attingere verità superiori.
Boezio, nel suo De institutione musica (1, 2), sostiene:

"Principio igitur de musica disserenti illud interim dicendum videtur, quot musicae genera ab eius studiosis conprehensa esse noverimus. Sunt autem tria. Et prima quidem mundana est, secunda vero humana, tertia, quae in quibusdam constituta est instrumentis, ut in cithara vel tibiis ceterisque, quae cantilenae famulantur."

In questo breve tratto egli concepisce la musica come strumento logico universale, di conoscenza, e la divide in 3 categorie: musica mundana quando riflette l’armonia dell’universo, musica humana quando esprime l’armonia interiore dell’anima, musica instrumentalis quando è pratica ed emerge dalle voci e dagli strumenti.

Berio, in "Un ricordo al futuro...", riassume la concezione musicale di Boezio:

"La musica è governata da numeri ed è quindi armonica. Le leggi dell’universo erano per Boezio, come già per Pitagora prima di lui, di natura essenzialmente musicale …
...
per Boezio la via più sicura per giungere all’anima passa attraverso l’orecchio … La musica influenza il comportamento umano … ed è bene dunque conoscere i suoi elementi costitutivi nonché il suo valore etico."

Inoltre, Boezio dimostra di conoscere la natura delle onde sonore nel De Institutione Musica (1, 14) : egli paragona l'origine del suono al gettare un sasso in un laghetto od in acque tranquille, ove si forma dapprima una piccola onda circolare, e poi via via onde per cerchi sempre più ampi, fino al dissolversi del movimento. Nell'aria ha luogo un fluttuare di onde sonore sferiche finché esse colpiscono l'udito.

Boezio
Post sull'armonia ciceroniana delle sfere

Riferimenti bibliografici:
https://www.researchgate.net/publication/48603808_I_concetti_di_materia_forma_e_ordine_nel_pensiero_teorico_musicale_medievale_e_contemporaneo/fulltext/0f318dc73829de2216369238/I-concetti-di-materia-forma-e-ordine-nel-pensiero-teorico-musicale-medievale-e-contemporaneo.pdf
file:///C:/Users/10537bm/Downloads/808-Articolo-3279-1-10-20110116.pdf
http://www.handelforever.com/paolanicolialdini/boezio.htm

martedì 28 aprile 2020

La codifica della musica

La trasmissione della musica necessita di una grande quantità di informazione, sopratutto se paragonata alla trasmissione della voce.
Il nostro orecchio percepisce frequenze fino a circa 20.000 Hz, per questo è necessario memorizzare tutta l'informazione nella banda compresa tra 0 e 20.000 Hz.
Per una riproduzione sonora di qualità, oggigiorno, viene usata una frequenza di campionamento di 44.100 Hz, che permette di codificare tutta l'informazione fino a circa 22.000 Hz.
Ogni campione è rappresentato su 16 bit e vi sono due campioni, uno per ogni canale stereofonico, e servono quindi un totale di 32 bit. Pertanto 10 secondi di musica richiedono circa la bellezza di 1,7 milioni di byte!
Per ridurre la quantità di bit necessaria a trasmettere un brano musicale sono state introdotte diverse codifiche.

MP3

MP3 (acronimo di MPEG Layer 3) è la codifica più nota e utilizzata per audio. Essa consiste nel suddividere la sequenza sonora in piccoli intervalli e analizzarli singolarmente per derivare le frequenze che lo compongono, scartando le frequenze meno percepite dall'orecchio umano.
Questo permette una compressione dello spazio utilizzato dell'ordine di 1 a 10.

MIDI

Il sistema MIDI (Musical Instrument Digital Interface) codifica una sequenza sonora mediante le note musicali, definendo anche il timbro, il vibrato e il tono. Oggi viene utilizzato principalmente dai sintetizzatori musicali, videogiochi e pagine web.


Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al Web 2.0, scritto da Mezzalama e Piccolo

venerdì 24 aprile 2020

La codifica della voce

Come trasformare la voce umana in codice binario così da poter essere trasmesso attraverso dispositivi elettronici?

Pulse Code Modulation (PCM)

Questa tecnica fu introdotta nel sistema telefonico con l'avvento delle centrali digitali o numeriche. Il segnale vocale è campionato 8000 volte al secondo e ogni campione codificato su 8 bit.
La trasmissione di una telefonata richiede pertanto un canale trasmissivo con capacità pari a 64.000 bit al secondo.
Una sua variante è l'ADPCM, che oggi usiamo nelle trasmissioni telefoniche su rete internet secondo la tecnologia "Voice over IP".


Code Excited Linear Prediction (CELP)

Questa tecnica è invece utilizzata nei sistemi di telefonia mobile GSM. Permette una buona intelligibilità anche con velocità di 10kbps.

Post sulla codifica del suono, clicca qui
Post sulla codifica della musica, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al Web 2.0, scritto da Mezzalama e Piccolo

Il suono della pandemia - STEP#11

Chissà che suono ha il COVID-19...

Ha il suono delle sirene che si dileguano...
Ha il suono del megafono del camioncino della protezione civile, in lontananza, che grida: "Rimanete a casa", accompagnato dal brivido degli ascoltatori,
Dei rintocchi di campane che come un canto scendono nella città muta e senza vita,
Degli appelli alla calma in tivù,
Delle voci sintetizzate provenienti dal pc o dal cellulare, di persone sentite vicine e lontane...
Ha il suono dell'inno d'Italia,
Di melodie contro la paura, cantate sui balconi per sentirsi più vicini.


Nel link c'è il video di uno dei tanti Flash Mob sui balconi accaduti in questo periodo, avvenuto a Roma, in cui si canta "Volare" di Modugno:

La musica del COVID-19 per la scienza

Alcuni scienziati, tra cui Markus Buehler, professore di ingegneria al Massachusetts Institute of Technology (Mit), hanno tradotto in musica il Covid-19 tramite la sonificazione. Essa consiste nell'esaminare le sequenze di amminoacidi che compongono la catena proteica del virus e riprodurle fisicamente assegnando loro suoni, ritmi e vibrazioni. 
Nel link la musica che hanno sintetizzato:

mercoledì 22 aprile 2020

100110010...il suono in codice binario

I computer parlano il linguaggio binario, perciò anche un suono, sia esso voce umana o musica, sarà rappresentato in forma digitale da una sequenza di bit.

Come passare da un suono a un codice binario?
Per "inserirlo" nel calcolatore dobbiamo elaborare le onde di compressione del mezzo tramite le quali il suono si propaga e quindi tradurre queste onde in un segnale elettrico. La funzione di traduzione è svolta dal microfono (1876): esso traduce una
grandezza fisica in un equivalente segnale elettrico tramite dei sensori(o trasduttori). I sensori generano una tensione che viene poi convertita in linguaggio binario tramite convertitori anologico-digitali (convertitori A/D).
La conversione avviene tramite il campionamento (sampling): il calcolo dei valori numerici del segnale ad intervalli di tempo prefissati. Il singolo valore è chiamato campione ed è espresso in binario.
Così come i numeri di macchina, anche i suoni espressi in binario sono affetti da errori, derivanti dal numero finito di bit con cui li esprimiamo. Nelle comuni applicazioni si usano 8, 12 o 16 bit.
Un'altra componente che può portare ad approssimazioni indesiderate è il periodo di campionamento, cioè l'intervallo di tempo che intercorre ogni campione, e il suo inverso, la frequenza di campionamento, cioè quante volte al secondo il convertitore A/D calcola il valore del segnale.
Quest'ultima deve essere almeno 2 volte maggiore della più alta frequenza di un suono per conservare tutta l'informazione presente nella grandezza fisica(teoria dell'ingegnere Harry Nyquist).

esempio di sampling di un'onda sonora

Post sulla codifica della voce, clicca qui
Post sulla codifica della musica, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al web 2.0, di Marco Mezzalama e Elio Piccolo

domenica 19 aprile 2020

Il suono dell'universo

L’Universo non è uno spazio silenzioso. L'universo ha una colonna sonora, e quella colonna sonora viene suonata dallo spazio stesso, perché lo spazio può vibrare come un tamburo. La NASA è ora in grado di captare i suoi fischi, o meglio, il “suono” delle particelle che sono state ascoltate grazie alle sonde Van Allen.

Nel link l'audio registrato dalle sonde: https://video.virgilio.it/guarda-video/la-nasa-ha-svelato-i-suoni-piu-inquietanti-delluniverso_bc5644159339001

Nel link Janna Levin (TED) descrive scientificamente le origini di questi suoni:
https://www.ted.com/talks/janna_levin_the_sound_the_universe_makes/transcript?language=it#t-50615


Riferimenti bibliografici:
http://www.blueplanetheart.it/2017/08/la-nasa-puo-ascoltare-suoni-delluniverso/

venerdì 17 aprile 2020

Il suono nel cinema - STEP#10

Touch the sound


Touch the Sound: A Sound Journey con Evelyn Glennie è un documentario tedesco del 2004 sulla percussionista classica scozzese sorda Evelyn Glennie. Nel film Glennie, che ha vinto un Grammy Award nel 1989, collabora con il musicista inglese Fred Frith e spiega come percepisce il suono.

mercoledì 15 aprile 2020

Con rumore segreto


Con rumore segreto, realizzato da Marcel Duchamp nel 1916.
L'opera consiste in un gomitolo di spago serrato da due lastre di ottone fissate. Il titolo allude a una bizzarria dell'artista che ha chiesto a un amico collezionista che nascondesse qualcosa, a sua insaputa, all'interno del gomitolo. Per questo motivo, scuotendo il ready-made, si ode un misterioso tintinnio: il rumore segreto, appunto. E nessuno saprà mai se il suono è generato da un semplice bullone o da un prezioso diamante...

Riferimenti bibliografici:
Il Cricco Di Teodoro, Itinerario nell'arte, Dall'Art Nouveau ai giorni nostri, Terza edizione, versione gialla

Impressione - STEP#09


Impressione III (concerto), realizzata da Vasilij Kandinskij nel 1911, conservata nella Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco.

Kandinsky in una lettera a Schoenberg, un compositore austriaco, sottolinea i punti di contatto tra la propria idea pittorica e quella musicale di Schoenberg:
“Io trovo che l'armonia e il ritmo contemporanei non si possano trovare percorrendo la strada geometrica, ma al contrario direttamente in quella antigeometrica, antilogica. Questa strada è la “dissonanza” nell'arte, così nella pittura come nella musica”.

martedì 14 aprile 2020

Le teorie platoniche sul suono - STEP#08

Platone espone le sue idee principalmente nel dialogo Timeo, che ha influito notevolmente sulla scienza posteriore:

Timeo a Socrate: "Stabiliamo allora in sintesi che il suono è quell'urto che viene trasmesso attraverso le orecchie, mediante l'aria, e il cervello, e il sangue, fino all'anima, e che il movimento ricevuto da quest'urto, che comincia dalla testa e termina dove il fegato ha la sua sede, è l'udito: se il movimento è veloce il suono è acuto, se è più lento il suono è più grave, se il movimento è uniforme il suono è omogeneo e dolce, se è tutto il contrario il suono è aspro; se il movimento è grande il suono è forte, in caso contrario è debole.
....
i suoni che possono apparire rapidi o lenti, acuti o gravi, che ora sono discordanti perché non si accordano con il movimento che essi provocano in noi, ora in accordo perché vi è uniformità. Quando infatti i movimenti dei suoni mossi per primi e più rapidi stanno per cessare e farsi simili ai suoni più lenti, questi li raggiungono e giungendo dopo imprimono un altro nuovo movimento, e quando li raggiungono non li turbano, perché non imprimono un diverso movimento, ma l'inizio del movimento più lento viene ad assimilarsi a quello del più rapido che finisce, procurando un'unica impressione che deriva dal combinarsi del suono acuto con quello grave: perciò procura piacere agli stolti e letizia ai saggi, perché l'armonia divina viene rappresentata nei movimenti mortali. Si spiegano così lo scorrere delle acque, la caduta dei fulmini, e la meravigliosa forza d'attrazione dell'ambra e della calamita: in nessuno di tutti questi oggetti vi è la forza attraente, ma poiché il vuoto non c'è, questi corpi si respingono in giro l'uno con l'altro, e separandosi e congiungendosi, cambiano di posto, e vanno ciascuno nella propria sede. Dall'intrecciarsi di queste influenze reciproche si sono operati tutti quei prodigi, come sembrerà a chi sappia indagare bene."

Per Platone il suono è semplice e continuo e ,a posteriori, possiamo leggere nelle sue parole la proporzionalità diretta dell'altezza del suono e della sua velocità di propagazione. Un’altra proprietà che egli adduce al suono è la chiarezza, considerata come risultato del suo movimento di propagazione. Se questo resta uniforme, il suono è chiaro e piacevole; in caso contrario è confuso e sgradevole.
Il filosofo utilizza queste teorie pseudo-scientifiche per argomentare le sue teorie metafisiche presenti nel dialogo stesso e nei suoi altri lavori.

La scuola di Atene, Raffaello Sanzio, dettaglio con Platone con in mano "Timeo"

Riferimenti bibliografici:
http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/PlatoneTimeo.pdf
https://iskra.myblog.it/2012/10/21/il-suono-di-platone/

sabato 11 aprile 2020

La velocità del suono...nel primo secolo D.C.

Gaio Plinio Secondo (23-79 D.C.), detto il "Vecchio", è stato uno scrittore, naturalista, filosofo naturalista, comandante militare e governatore provinciale romano.
Egli scrisse la Naturalis historia ("Storia naturale", "Ricerche sulla natura"), opera che tratta di cosmologia, geografia, antropologia, zoologia, sostanze medicinali, metallurgia e mineralogia.
A lui è attribuibile la constatazione che il suono si propaga con velocità molto minore della luce, di cui ne parla nel Liber II (142):

"Fulgetrum prius cerni quam tonitrua audiri, cum simul fiant, certum est, nec mirum, quoniam lux sonitu velocior, ictum autem et sonitum congruere ita modulante natura, sed sonitum profecti esse fulminis, non inlati, etiamnum spiritum ociorem fulmine, ideo quati prius omne et adflari quam percuti, nec quemquam tangi qui prior viderit fulmen aut tonitrua audierit."

"E' certo che il lampo viene visto prima che i tuoni siano uditi, pur avvenendo insieme, né è starno, poichè la luce è più veloce del suono, che il colpo e il suono inoltre coincidono per una natura che così regola, ma che il suono è del fulmine partito, non arrivato, inoltre il soffio è più veloce del fulmine, che perciò tutto è squassato e sferzato prima di essere colpito, né che viene toccato alcuno che abbia visto per primo il fulmine o abbia sentito il tuono."

Plinio il Vecchio e la prima pagina della sua opera Naturalis Historiae

Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Plinio_il_Vecchio
Veluti Flos, cultura e letteratura latino, testi, temi, lessico 2
https://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/2*.html

mercoledì 8 aprile 2020

Il suono: rumore infernale, canto, espressione divina-STEP#07

Come usa Dante il suono nella sua Divina Commedia?
Egli usa sapientemente le parole, alternando momenti di silenzio ad altri pieni di suoni e fragori, per sottolineare stati d’animo e sensazioni precisi e passaggi specifici del suo viaggio nel mondo dell’oltretomba.

Hieronymus Bosch, La visione del Tnugal, XV secolo

Inferno, silenzio e lamenti

canto III, 22-30
"Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l'aere senza stelle,
per ch'io al cominciar ne lagrimai.

Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d'ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle

facevano un tumulto, il qual s'aggira
sempre in quell'aura senza tempo tinta,
come la rena quanto turba spira."

Dante appena entrato nel regno dei morti ode subito, nelle tenebre, un clamore infernale, un misto di gemiti, bestemmie, imprecazioni, battiti di mani, a tal punto da essere indotto al pianto.
I suoni elencati sono emessi da corpi umani: ma il loro accumulo è dis-umano, straniante.
E' il paesaggio sonoro, prima ancora di quello visivo, a infondere nel protagonista i sentimenti di paura, pietà, sconcerto, stupore, sofferenza che caratterizzano il viaggio attraverso la conoscenza del male.

Purgatorio, musica e canto

canto VIII, 13-18
"Te lucis ante sì devotamente
le uscì di bocca e con sì dolci note,
che fece me a me uscir di mente;

e l'altre poi dolcemente e devote
seguitar lei per tutto l'inno intero,
avendo li occhi a le superne rote."
Domenico di Michelino, Ritratto di Dante Alighieri, la città di Firenze e l'allegoria della Divina Commedia, 1465

In questo canto Dante è attratto dall'atteggiamento di preghiera assunto da una delle anime della valletta, che intona, seguita da altre, l'inno Te lucis ante guardando fissamente  verso oriente.
Il canto è sintatticamente circoscritto nei versi scritti sopra, che racchiudono le sue componenti di devozione e dolcezza. Le parole "mente" e "dolcemente" riproducono la musicalità anche all'interno del verso, con un effetto a eco che rimanda ai solenni cori echeggianti per le alte volte delle medievali cattedrali gotiche.
I rituali liturgici, in particolare la musica, caratterizzano l'intero regno del Purgatorio, essi infatti rappresentavano per l’uomo del Medioevo un incontro tra filosofia e teologia. La teoria musicale veniva vista come applicazione dell’ordine numerico su cui l’intero cosmo era fondato, mentre il canto era eco dei cori angelici in lode del Creatore. La musica vocale umana rappresentava l’imitazione del canto angelico, superiore alla dimensione temporale e udibile solo attraverso l’"orecchio del cuore".

Dante e Beatrice contemplano l'Empireo, incisione di Gustave Doré
Paradiso, armonia celeste

canto I, 76-84
"Quando la rota che tu sempiterni
desiderato, a sé mi fece atteso
con l'armonia che temperi e discerni,

parvemi tanto allor del cielo acceso
de la fiamma del sol, che pioggia o fiume
lago non fece alcun tanto disteso.

La novità del suono e 'l grande lume
di lor cagion m'accesero un disio
mai non sentito di cotanto acume."

In questo canto Dante sale nell'ultimo regno grazie all'aiuto di Beatrice. Mentre sale verso i cieli ode per la prima volta la straordinaria armonia derivante dal loro movimento rotatorio.
Questa è la musica celeste, espressione di un ordine armonico che presiede all'intero universo, nel quale Dio costituisce il principio causale e finale, ed è un ordine perfetto che si contrappone al disordine morale e politico che affligge il mondo della storia, dell'uomo. La musica presente nel Paradiso è infatti polifonica, le voci si rincorrono, si alternano, si riuniscono; il significato è secondario a fronte della fantasmagorica combinazione di suono/luce/movimento.

Riferimenti bibliografici:
Dante Alighieri, La divina commedia, nuova edizione integrale a cura di Alessandro Marchi, Pearson
https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/165119/163010/Suoni

martedì 7 aprile 2020

Rumore bianco - STEP#06

Rumore bianco è un romanzo postmoderno scritto da Don DeLillo.
DeLillo narra nel suo libro un anno di vita di Jack Gladney, un professore universitario che ha studiato la figura di Adolf Hitler, il suo carisma, i suoi discorsi e gli inni nazisti.Il "rumore bianco" è il suono che ossessiona il protagonista del romanzo: inizialmente è scambiato per un suono prodotto da una qualche macchina del consumismo, ma dopo che il protagonista viene colpito da  una nuvola di gas tossico il "rumore bianco" si rivela come la morte. Essa, fissa e costante, avvolge la casa e diventa un membro della famiglia, figlia acquisito dell'era moderna, personaggio invisibile con il quale convivere, giorno dopo giorno.
Altre oscure faccende accadono intorno a Gladney: persone scomparse, incendi, disastri aerei, omicidi. Tutte sono causa di conversazioni tra i personaggi, ma alla fine le immagini si spengono sullo sfondo come se non si fossero svolte nella realtà, ma solo su uno schermo televisivo. Queste profetizzano lo sfascio totale della società, ma nessun personaggio se ne accorge ed esse vengono percepite solo come un brusio di sottofondo che si confonde con quello del frigo stracolmo di cibo.

Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rumore_bianco_(romanzo)
https://www.ibs.it/rumore-bianco-libro-don-delillo/e/9788806220693
http://www.mangialibri.com/libri/rumore-bianco
https://www.sololibri.net/Rumore-bianco-Don-DeLillo.html

venerdì 3 aprile 2020

Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda

Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda è stata realizzata nel 1966 da Beuys. Essa consiste in un pianoforte a coda ricoperto da uno spesso strato di feltro grigio su cui campeggiano lateralmente due croci rosse. L'artista ha così stravolto l'aspetto e la funzione di un oggetto familiare mortificandone la linea e ingoffendola con una pesante mascheratura di feltro. Questo materiale, con le sue proprietà di isolante acustico, allude al soffocamento della musica e rende il pianoforte - condannato al silenzio- una sorta di deposito di energia potenziale.
Le croci rosse, invece, esprimono la relazione con l'uomo e, secondo l'artista, "stanno a significare emergenza, il pericolo che ci minaccia se rimaniamo in silenzio e non riusciamo a fare il prossimo passo nell'evoluzione."

Riferimenti bibliografici:
Il Cricco Di Teodoro, Itinerari nell'arte, Dall'Art Nouveau ai giorni nostri, terza edizione, versione gialla.

mercoledì 1 aprile 2020

Il suono nella pubblicità-STEP#05


Campagna pubblicitaria ideata dall'Associazione Alti Formaggi e trasmessa sui circuiti Gambero Rosso, Alice Tv e LA7.


 Lo spot enfatizza al limite i suoni di cibi e bevande: il vino che viene versato nel calice, una pagnotta che viene spezzata, un pomodoro che viene tagliato.

Sono i suoni prodotti che trasmettono l'immagine delle vivande, non le immagini stesse.

La sintesi finale - STEP#24

monte Fuji e lago Shojiko all'alba in Giappone L' etimologia della parola "suono" è latina e il suo significato riman...