martedì 14 aprile 2020

Le teorie platoniche sul suono - STEP#08

Platone espone le sue idee principalmente nel dialogo Timeo, che ha influito notevolmente sulla scienza posteriore:

Timeo a Socrate: "Stabiliamo allora in sintesi che il suono è quell'urto che viene trasmesso attraverso le orecchie, mediante l'aria, e il cervello, e il sangue, fino all'anima, e che il movimento ricevuto da quest'urto, che comincia dalla testa e termina dove il fegato ha la sua sede, è l'udito: se il movimento è veloce il suono è acuto, se è più lento il suono è più grave, se il movimento è uniforme il suono è omogeneo e dolce, se è tutto il contrario il suono è aspro; se il movimento è grande il suono è forte, in caso contrario è debole.
....
i suoni che possono apparire rapidi o lenti, acuti o gravi, che ora sono discordanti perché non si accordano con il movimento che essi provocano in noi, ora in accordo perché vi è uniformità. Quando infatti i movimenti dei suoni mossi per primi e più rapidi stanno per cessare e farsi simili ai suoni più lenti, questi li raggiungono e giungendo dopo imprimono un altro nuovo movimento, e quando li raggiungono non li turbano, perché non imprimono un diverso movimento, ma l'inizio del movimento più lento viene ad assimilarsi a quello del più rapido che finisce, procurando un'unica impressione che deriva dal combinarsi del suono acuto con quello grave: perciò procura piacere agli stolti e letizia ai saggi, perché l'armonia divina viene rappresentata nei movimenti mortali. Si spiegano così lo scorrere delle acque, la caduta dei fulmini, e la meravigliosa forza d'attrazione dell'ambra e della calamita: in nessuno di tutti questi oggetti vi è la forza attraente, ma poiché il vuoto non c'è, questi corpi si respingono in giro l'uno con l'altro, e separandosi e congiungendosi, cambiano di posto, e vanno ciascuno nella propria sede. Dall'intrecciarsi di queste influenze reciproche si sono operati tutti quei prodigi, come sembrerà a chi sappia indagare bene."

Per Platone il suono è semplice e continuo e ,a posteriori, possiamo leggere nelle sue parole la proporzionalità diretta dell'altezza del suono e della sua velocità di propagazione. Un’altra proprietà che egli adduce al suono è la chiarezza, considerata come risultato del suo movimento di propagazione. Se questo resta uniforme, il suono è chiaro e piacevole; in caso contrario è confuso e sgradevole.
Il filosofo utilizza queste teorie pseudo-scientifiche per argomentare le sue teorie metafisiche presenti nel dialogo stesso e nei suoi altri lavori.

La scuola di Atene, Raffaello Sanzio, dettaglio con Platone con in mano "Timeo"

Riferimenti bibliografici:
http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/PlatoneTimeo.pdf
https://iskra.myblog.it/2012/10/21/il-suono-di-platone/

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