lunedì 8 giugno 2020

La sintesi finale - STEP#24

monte Fuji e lago Shojiko all'alba in Giappone
L'etimologia della parola "suono" è latina e il suo significato rimanda alla sensazione uditiva e le vibrazioni di un mezzo che possono produrre tale sensazione.
Di particolare interesse è l'evoluzione del suo ideogramma nelle lingue orientali: ad esempio in giapponese i kanji che lo formano richiamano l'immagine del suono come il sole che sorge all'orizzonte.
Fin dall'antichità il suono ha avuto un ruolo fondamentale nella mitologia greca e norrena , nelle figure delle muse e di altri dei, ma anche nella religione cristiana, islamica (es: Israfil)e indiana (es:Om),
Il suono è onnipresente: dalla A di Apocalisse, segnata sempre dal suono di una tromba, alla Z di Zen, pratica buddista che sfrutta il suono di alcune parole per l'astrazione meditativa personale.
Perciò non sorprende che la sua prima comparsa in un'opera filosofica risalga addirittura a Pitagora, che ne studia le proprietà, le tonalità e gli associa un'idea di armonia.
Lo studio viene proseguito da Platone, il quale ne parla nel dialogo Timeo, che lo definisce come semplice e continuo.
Fu Cicerone poi ad arricchire l'idea di Pitagora dell'armonia delle sfere che, muovendosi in un rapporto razionale, generano una musica intensa e piacevole.
Quest'idea è ripresa anche da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, dove nel Paradiso, tappa finale del suo viaggio, dopo aver udito i soli lamenti e strazi dell'Inferno e i canti gregoriani del Purgatorio, egli può finalmente sentire la musica celeste, armonia generata dal movimento rotatorio delle sfere.
Nella filosofia medioevale si assistette poi ad una ricerca sulla musica: Agostino e Boezio arrivarono a definirla funzionale all’attingere verità superiori.
Interessante è anche la sua presenza nella filosofia contemporanea: Husserl paragona la percezione di un suono a quella della traccia visiva lasciata da una cometa mentre attraversa lo spazio.
Con rumore segreto, Duchamp
L'aspetto sublime del suono viene analizzato da Giacomo Leopardi nello Zibaldone: un suono vago, la cui provenienza è sconosciuta è per lui bello poeticamente. Un pratico esempio è l'opera Con rumore segreto di Duchamp: l'opera contiene un oggetto sconosciuto al suo interno anche all'artista stesso e nessuno saprà mai se il suono è generato da un semplice bullone o da un prezioso diamante...
Il suono ricopre un ruolo principale anche in poesia: parole e lettere evocano nel lettore certe emozioni e paesaggi, un esempio è La pioggia nel pineto di D'Annunzio.
Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda
Oltre le parole anche la musica è in grado di trasmetterci emozioni : il cinema, così come la pubblicità, ne usufruisce continuamente nelle colonne sonore (ad esempio negli horror per generare angoscia e paura).
Che siano archi, ottoni o strani strumenti orientali come il Koto, tutti gli strumenti musicali trasmettono sensazioni e ideali e perciò la proibizione della musica nelle società dittatoriali è sintomo di regresso. Un simbolo del pericolo che ci minaccia se rimaniamo in silenzio è Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda.
Impressione III(concerto)
Anche i colori evocano dei suoni, per esempio per i futuristi i rossi gridano ardentemente mentre i verdi stridono. Un esempio di particolare uso dei colori è Impressione III (concerto), realizzata da Vasilij Kandinskij in cui unisce idee pittoriche e musicali.
Trasferendoci all'ambito dell'informatica, il suono può essere codificato con una serie di 0 e 1, così come le voci umane e la musica. Ed è così che nasce l'ingegneria del suono, che si concentra sulla manipolazione e sulle tecniche di analisi e sintesi di segnali audio.
Tale codifica ha reso possibile perfino la traduzione in musica del Covid-19, ottenuta esaminandone la sua sequenze di amminoacidi e riproducendole fisicamente assegnando loro suoni e vibrazioni.
La neuroscienza ha perfino raggiunto l'obiettivo di trovare dei correlati elettrici delle strutture grammaticali indipendenti dal suono e di capire la natura profonda del linguaggio umano, come scritto in un fatto di cronaca di quest'anno.
Ma quali furono le principali e le prime ricerche scientifiche sul suono?
Probabilmente il primo a cui è attribuibile la constatazione che il suono si propaga con velocità molto minore della luce è Plinio il Vecchio, mentre la necessità di un mezzo per la propagazione del suono fu dimostrata da Otto von Guericke. In seguito fu calcolata la velocità del suono nell'aria e, parecchi anni più tardi, nell'acqua. Solo recentemente si è scoperto che anche nell'universo vi è suono, come provato dalle sonde NASA. La ricerca si sta però scontrando sempre di più con i limiti tecnologici: l'impossibilità della costruzione di macchinari per la dimostrazione delle più recenti teorie e l'elevato costo stanno portando sempre di più a una scienza che si può evolvere solo in strutture altamente specializzate. Ciò ci ricorda che non viviamo in una società utopica come quella descritta nella Nuova Atlantide, dove gli strumenti possono tutto.
simbolo
Passando quindi a problemi attuali, l'inquinamento acustico principalmente causato dal traffico stradale (come anche citato nei Limiti dello sviluppo) sta portando ad un aumento persone con problemi di udito. Non bisogna ignorare le problematiche come succede nel romanzo Rumore bianco, poiché potrebbero profetizzare problemi ben più gravi ed essere tuttavia percepite come un brusio di sottofondo, soffocate dalla società consumista di oggi. Tuttavia il rumore porta con sé anche lati positivi oltre a quelli negativi: il suono è infatti anche un avvisatore di ciò che ci circonda e ci protegge anche (per esempio riusciamo a percepire l'auto che arriva anche se non la vediamo).
Non resta altro che aggiungere a questa sintesi totale del "suono" la serie tv (Heart's Sound) che ho creato personalmente e di riportare l'immagine simbolo del termine e la sua mappa concettuale(vedasi post precedente).

venerdì 5 giugno 2020

Mappa concettuale - STEP#23


Cos'è il silenzio? E' l'assenza di suono. E' il suono stesso l'origine della sua esistenza. E' il silenzio che permette la creazione delle più meravigliose melodie: nelle pause ci sono attesa e suspense.
Come comunichiamo? Usiamo principalmente la parola, ma un segnale può trasmetterci mille parole. Anche la musica, così come il silenzio, comunica con noi, siano sentimenti o parole.
E l'armonia? "E' un’armonia ogni pensiero, ed ogni senso un canto" (Sole e Amore di Carducci).

giovedì 4 giugno 2020

Heart's Sound - STEP#22

Trama: la misteriosa abilità di sentire le emozioni delle altre persone porta il protagonista ad un magico incontro che cambierà la sua vita.

L'ep. 1 inizierà tra 5 secondi...4...3...2...1...Buona lettura! ; )

Episodio 1- Colui che sente il suono del cuore

Michele è un compositore molto popolare che lavora presso l'azienda "4YouMusic", e può "sentire" le emozioni delle persone. Per lui è un po' come leggere nei cuori delle persone, non è uno psichico come quelli che si vedono in TV, semplicemente quando una persona si sente triste egli può sentirlo come un suono. Il suono della tristezza è soggettivo: delle volte può suonare tenera, stridente, gentile o ignobile.Potrebbe anche essere un suono meraviglioso.
Michele udiva quei suoni da tutta la vita, che lo volesse o meno, e li usava come fonte d'ispirazione per i suoi lavori. Anche se era abituato i luoghi affollati lo disturbavano notevolmente, in quanto sentiva i suoni di tutte le persone vicine.
La mattina di quel giorno piovoso Michele era rimasto piacevolmente stupito nel sentire un suono così meraviglioso e profondo, per la prima volta.
"Incredibile", pensò, "Non ho mail sentito nulla del genere. E' così bello...Di chi è questo suono?", correndo frettolosamente verso l'origine. Girò di corsa un corridoio e davanti si ritrovò Beatrice, una giovane donna vestita elegantemente: aveva tacchi a spillo e lunghi capelli castani chiari che le scendevano lungo le spalle. Michele sfruttò l'occasione per scusarsi di esserle andato addosso e i due si presentarono. A causa degli impegni lavorativi si dovettero salutare, ma anche quando si furono allontanati Michele non poteva fare a meno di ripensare a Beatrice, chiedendosi come potesse produrre un suono tanto bello. Appena tornato a casa iniziò a scrivere le note che quel giorno aveva udito: doveva permettere anche ad altri di ascoltare un tale capolavoro.
Nei giorni seguenti Michele cercò di avvicinarsi a Beatrice così da capire cosa potesse generare in lei questi sentimenti. Notò che la vicinanza con la sorella Laura, anche lei lavoratrice nella stessa azienda, spesso causava il suono tanto bramato da Michele. "Posso sentire il suo suono ogni volta che Laura parla..." pensò lui.
Qualche sera dopo alcuni lavoratori dell'azienda organizzarono un'uscita ad un ristorante, Michele sapendo che ci sarebbero state anche Laura e Beatrice si unì, sperando di poter sentire di nuovo quella melodia.
Il ristorante era informale, le chiacchiere dei colleghi disturbavano anche i tavoli vicini. Michele attendeva l'arrivo di Beatrice e, con sua sorpresa, si presentò assieme alla sorella Laura e ad un altro uomo. Era alto, i vestiti semplici e chiari gli donavano e facevano sembrare i capelli corti neri ancora più scuri.
Si presentò: era Francesco, il compagno di Laura. Ogni volta che i due si stringevano la mano o che si parlavano dolcemente Michele poteva udire il suono di Beatrice sempre più forte. Si girò a guardarla e seguì il suo sguardo, "Oh, sta guardando...". E allora comprese.
Con una scusa riuscì ad allontanare dal tavolo Beatrice: "Posso sentire i suoni dei cuori delle persone", le disse Michele. La faccia di Beatrice mostrava stupore e incredibilità. "Per esempio", continuò, "so che provi sentimenti speciali per il tuo cognato".
Ma Beatrice, evidentemente scossa, negò e intimò Michele di smettere di scherzare. Tuttavia egli poteva udire ogni volta che lei negava il suo suono echeggiante traboccare. "Di più. Voglio sentire di più il suo suono" pensò infine.

Episodio 2- Un amore non ricambiato

Beatrice si stava preparando come tutte le mattine, ma per quanto tentasse di concentrarsi unicamente su quello che doveva fare i ricordi della sera prima riaffioravano in lei inesorabilmente. Pensò che fosse difficile da credere ciò che Michele disse sul poter sentire i suoni, ma la verità è che aveva scoperto i suoi sentimenti per Francesco, il suo cognato.
Francesco era sempre stato socievole e bravo a vedere i lati positivi delle persone. Lei e sua sorella lo avevano conosciuto al liceo: per Laura era stato amore a prima vista. Inizialmente Beatrice aveva semplicemente intenzione di aiutarli, ma nel farlo dei sentimenti amorosi erano iniziati a crescere dentro di lei, ma si accorse di loro troppo tardi. Ricordava ancora quando li aveva visti baciare per la prima volta, il proprio pugno stretto e ciò che pensò. Desiderava essere al posto della sorella.
Doveva parlare con Michele. I due organizzarono un incontro sentendosi per il cellulare, si trovarono in un bar isolato con pochi clienti, così da poter parlare in tutta tranquillità.
Beatrice gli chiese di non rivelare nulla a sua sorella e al suo cognato, e Michele le spiegò che il suono della sua tristezza era uno dei più belli che aveva mai sentito e che l'aveva agitata solo per poterlo sentire ancora. Michele la rassicurò: non aveva alcuna intenzione di raccontarlo in giro, egli era unicamente interessato ai suoni. Le propose di venire a casa sua: voleva farle ascoltare la melodia della sua tristezza che aveva scritto. Beatrice accettò spinta dalla curiosità. Arrivati a casa sua egli iniziò a suonare il pianoforte: ella non aveva idea di poter essere colpita tanto dalla musica. Michele approfittò dell'occasione per farle dei complimenti sul suo stile e sulla sua bravura nel lavoro, dopotutto l'aveva osservata e cercata con lo sguardo nei giorni precedenti mentre erano a lavoro, infine i due si lasciarono.
Anche quando tornò a casa Beatrice continuò a ripensare alla melodia ma non trovava nulla di così bello in lei: provava uno sgradevole desiderio per il compagno della sorella e si sentiva miserabile nell'invidiare Laura. "Non c'è nulla di bello in me..." pensò con lo sguardo fisso sul grigio asfalto.
Pensò che il suo suono dovesse essere distorto e patetico, non la gradevole melodia che aveva ascoltato.
L'attimo dopo però le rivennero in mente i complimenti di Michele, il modo in cui non l'aveva giudicata: senza accorgersene aveva un triste sorriso in volto.

Episodio 3 - Il suono della felicità

"E' la prima volta" pensarono Michele e Beatrice. Per la prima volta dal liceo Beatrice aveva confessato i suoi sentimenti per Francesco, mentre Michele non aveva mai raccontato prima la sua abilità di sentire i cuori delle altre persone.
Da quel giorno in poi Michele e Beatrice iniziarono ad avvicinarsi e a passare più tempo insieme.
Arrivò la primavera, Michele si trovava in un centro commerciale, un mare di rumore per lui.
Mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcosa di interessante intravide Beatrice. Il vestito leggero tipico della stagione la rendeva ancora più bella. Proseguirono il loro giretto senza meta insieme. Beatrice gli chiese se avesse mai sentito altre persone con un suono simile al suo. Michele allora le raccontò di un senzatetto che incontrava quando passava per la stazione mentre ritornava a casa da scuola. Aveva un suono bello quasi come il suo. Ricordava che un giorno stava traboccando di una melodia meraviglioso che non aveva mai sentito prima. Il giorno dopo non c'era più. Alla domanda di Beatrice "Cosa gli successe?" Michele non seppe rispondere.
Beatrice pensò che essere in grado di sentire i suoni doveva essere difficile, forse più difficile di trattenere i suoi sentimenti.
Arrivò maggio, e con esso una notizia: Laura era incinta. Michele corse incontro a Beatrice, aspettandosi una melodia sorprendentemente triste, ma ne rimase piacevolmente deluso. In lei non riusciva che udire un suono lieve, tanto che per poterlo udire dovette concentrarsi soltanto su di lei.
Quando ella si accorse di lui sul suo volto c'era solo un sorriso. In quel momento Michele riuscì a sentire un nuovo suono, gentile e roseo, ancora più bello di quello che era solito udire. Pensò dovesse essere la felicità. La sentiva anche da Laura che parlava del nome che avrebbe dato al neonato, ai giocattoli e ai vestiti che già aveva iniziato a comprare. Poi udì un tenue suono provenire da se stesso. Era sollevato di vedere finalmente Beatrice contenta, superando il suo trauma. E per questo era felice anche lui.
Il giorno dopo Michele le confessò che quando si erano incontrati per la prima volta quell'inverno non era solo interessato al suono della sua tristezza. Aveva realizzato di pensare spesso a lei. Lei semplicemente gli rispose "" con un largo sorriso e gli prese la mano.
Da allora Michele divenne in grado di sentire i diversi sentimenti, alcuni pungenti, altri estremamente caldi.

mercoledì 3 giugno 2020

Il rapporto tra la musica e gli affetti

"In musica non si tratta di significati, ma di gesti, e in quanto essa è linguaggio, è un linguaggio fatto di gesti solidificati, al pari della trascrizione delle note come storicamente è formata. Non si può domandare cosa essa comunichi quale proprio senso, ma il tema della musica è questo: come i gesti possano essere eternati. Dato ciò, la ricerca del senso della musica, che dovrebbe manifestarsi in un razionale riconoscimento della sua raison d'être, si dimostra illusione, trasposizione arbitraria nel regno delle intenzioni, verso il quale la musica fuorvia a causa della sua somiglianza con il linguaggio. Fin dove la musica eguaglia di fatto i linguaggi, essa si riferisce, puro nome, all'assoluta unità di cosa e segno, che nella sua immediatezza è irraggiungibile da ogni umano sapere. Negli utopistici e disperati sforzi verso il nome, consiste il legame della musica con la filosofia, alla quale proprio per questo la musica nella sua idea sta incomparabilmente più vicina di ogni altra arte. Ma nella musica il nome appare unicamente come puro suono, svincolato dalle cose, e quindi il contrario di qualsiasi significato, di qualsiasi intenzione di un senso. Ma poiché la musica non sa immediatamente il nome - l'assoluto come suono - bensì si affatica, per così dire, alla sua evocazione costruttrice per mezzo di un complesso processo, viene essa stessa intanto implicata ove valgono le categorie come razionalità, senso, significato, linguaggio. Il paradosso di ogni musica sta nello sforzo verso quell'inintenzionale per il quale è stata scelta l'impropria parola di 'nome' , soltanto in grazia della sua partecipazione alla razionalità nel senso più ampio.

Simile a una Sfinge, si fa beffe di chi la studia con l'incessante promessa di significati, che concede anche di tanto in tanto; ma questi sono ad essa, nel senso più vero, mezzi per la morte del significato, e in essi perciò la musica mai si esaurisce. Finché essa si svolgeva in un insieme di tradizioni in certo modo chiuso, come quello degli ultimi trecentocinquant'anni , l'irresolvibile che è in lei, che suggerisce ogni significato, e non ne intende propriamente nessuno, poteva rimanere nascosto. Nella tradizione era inclusa l'esistenza della musica, ed essa era data come cosa ovvia pur nelle più avvincenti e sorprendenti esperienze. Ma oggi che la musica non è più sostenuta dalla tradizione, la sua enigmaticità viene alla luce debole e indigente come un punto interrogativo e si contorce non appena le si chiede di dichiarare che cosa propriamente essa comunichi. Il nome infatti non è per nulla una comunicazione del proprio oggetto.

Cotesta manifestazione del carattere enigmatico della musica fa deviare verso la questione del suo essere, mentre intanto il processo che lo ha prodotto proibisce tale domanda. La musica non ha il proprio oggetto, non possiede il nome, ma tende ad esso e anche perciò protesa verso il proprio sfacelo. Se la musica giungesse per un istante al punto intorno a cui volteggiano i suoni, questo sarebbe il suo compimento e la sua fine. Il suo rapporto con quello che essa non vuole raffigurare, ma solo evocare, è quindi infinitamente mediato. Il nome medesimo è ad essa così poco presente, come ai linguaggi umani, e quelle Teodicee della musica che la presentano come un'apparizione del divino, e che hanno ancor oggi tanta fortuna, sono bestemmie, perché attribuiscono alla musica la dignità della Rivelazione, mentre essa come arte non è altro che la forma di preghiera serbata nella secolarizzazione, forma che per poter sopravvivere si vieta il proprio oggetto, rimettendolo al pensiero."

La musica evoca significati ma non giunge mai al significato e non si esaurisce mai in essi; volteggia attorno al nome ma ove lo raggiungesse si trasformerebbe in linguaggio e andrebbe incontro alla sua rovina in quanto musica. Questo tormentato rapporto con il linguaggio è forse proprio una delle caratteristiche più dense e ambigue della musica stessa. E la storia stessa della musica lo dimostra ampiamente: infatti nella prassi comune, dalla Grecia antica ai nostri giorni, il rapporto della musica con la letteratura e con la poesia è sempre stato altamente tormentato e sempre discusso e problematizzato.

Riferimenti bibliografici:
Adorno, Del presente rapporto tra filosofia e musica, in 'Archivio di Filosofia', 1953, pp. 34-35
http://users.unimi.it/gpiana/dm6/dm6mafef.htm
Intorno alla musica, Enrico Fubini

Eticamente nel suono - STEP#21

Il suono, così come il rumore, fa parte della nostra vita e anche se può essere nocivo per la salute se eccessivo, non è per forza un aspetto negativo.

Ad esempio, il rumore è un avvisatore istantaneo dello stato di ciò che ci circonda. Ci accorgiamo molto velocemente che il condizionatore, la macchina o il nostro computer stanno funzionando male dal rumore che fanno. Una piccola variazione del loro suono abituale ci dice che qualcosa è diverso.
Il rumore ci tiene anche informati: i rumori di casa come quello del frigo acceso. dei bambini che giocano,  della lavatrice, ecc...

Ma il rumore ci protegge anche: per esempio riusciamo a percepire l'auto che arriva anche se non la vediamo. Le automobili elettriche non fanno rumore e diminuiscono l'inquinamento acustico delle città ma le rendono più pericolose perché non le sentiamo arrivare. Questo è un chiaro esempio della dualità del rumore in qualità di inquinante ed aspetto positivo (per maggiori dettagli consiglio il seguente articolo: https://www.ilpost.it/2019/07/02/auto-elettriche-rumore-avasa/).

Abbassare il rumore per il puro scopo di avere livelli acustici bassi non è per forza una buona idea, bisogna farlo nella misura giusta. Ogni eccesso verrà penalizzato da costi elevati, da vantaggi inesistenti e dall'insorgere di problemi nuovi, dovuti al troppo silenzio.
D'altro canto, quando ci sono rumori preponderanti rispetto a tutti gli altri, accade più o meno lo stesso, si hanno "informazioni" soltanto su una delle sorgenti ma non sappiamo nulla delle altre.



Vediamo ora gli aspetti negativi. A seconda dell'intensità e della durata, il rumore può arrecare danni fisici permanenti (sordità parziale o totale) o psicologici e fisiologici.
Esistono anche i danni non permanenti, i quali durano da qualche minuto fino a qualche giorno, dopo la fine del rumore. Quelli più comuni sono: mal di testa, stordimento, disorientamento, nausea e insonnia e variano a seconda della sensibilità della persona e dell'intensità del rumore


Per sapere a quali decibel i suoni risultano dannosi consultare il sito: https://www.audionovaitalia.it/blog/udito-e-perdita-udito/quali-livelli-di-decibel-sono-dannosi/

Per saperne di più sul crescente aumento della sordità causata dal rumore: https://www.donnamoderna.com/news/societa/musica-alta-danni-udito-ragazzi

Riferimenti bibliografici:
https://www.pulsedynamics.com/book/it-012.htm

martedì 2 giugno 2020

La velocità del suono nell'acqua

Il suono si propaga nei solidi con una velocità maggiore che nei liquidi, così come si propaga più velocemente in questi ultimi che nei gas.
Ciò avviene perché la trasmissione dell’energia sonora avviene con un’onda elastica: una successione di compressioni e rarefazioni del fluido nella direzione di propagazione del suono. Immaginando di dividere il fluido in tanti strati perpendicolari alla direzione da cui proverrà il suono, quando il primo strato è colpito dall’onda sonora, ne assorbe l’energia comprimendosi.
Riespandendosi, cede l’energia al successivo, che a sua volta l’assorbe comprimendosi, e così via. La rapidità con la quale ogni strato si comprime e si riespande, e quindi la velocità di trasmissione, dipende da una proprietà del fluido, la comprimibilità: meno lo strato è comprimibile, prima cederà l’energia al successivo.
Naturalmente l’acqua è meno comprimibile dell’aria, perciò il suono si propaga più velocemente nei liquidi (così come nei solidi) che nell’aria.

Il valore numerico della velocità del suono nell'acqua fu determinato nel XIX secolo da i due scienziati Colladon e Sturm nel lago di Ginevra.

Schema dell'esperimento

L'esperimento era composto da un timbro collocato sott'acqua e destinato a dare dei suoni in tempi determinati. Ad una grande distanza da questo, un tubo era condotto dalla barca, dove si trovava l'osservatore, fino nell'acqua. Il tubo era molto allargato nella parte inferiore a guisa di un colossale orecchio, ed era chiuso col mezzo di una membrana elastica, la quale pescava interamente nell'acqua. Le vibrazioni sonore provenienti dal timbro si propagavano attraverso l'acqua fino alla membrana, e da questa all'aria del tubo. L'osservatore che teneva l'orecchio al tubo, sentiva distintamente il suono. Per cui, misurando la distanza dal timbro fino all'osservatore e misurando il tempo impiegato dal suono per percorrere tutta la distanza, Colladon e Sturm trovarono la velocità di 1435 m/s.

Riferimenti bibliografici:
https://www.focus.it/scienza/scienze/perche-il-suono-e-piu-veloce-nellacqua-che-nellaria
https://www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/note.htm
http://www.intratext.com/IXT/ITA3304/_P3.HTM

La necessità di un mezzo per la propagazione del suono


Il fisico tedesco Otto von Guericke studiò le proprietà dell'aria e del vuoto, in particolare demolì la teoria dell'horror vacui, secondo la quale la natura aborrisce il vuoto. Dimostrò che la luce si propaga attraverso uno spazio vuoto, a differenza del suono, che necessita di un mezzo materiale per la propagazione.

Egli dimostrò la necessità di un mezzo materiale per la propagazione del suono nel 1663 utilizzando una suoneria posta sotto una campana a vuoto.

schema dell'esperimento
La campana veniva posta su una pompa per il vuoto, assicurandosi che la sorgente sonora non toccasse nulla di solido, e via via che l`aria veniva rarefatta il suono si affievoliva fino a non essere più udibile. Poi l`aria veniva immessa di nuovo e il suono lentamente tornava a farsi udire.                                                                                                                   Otto von Guericke


Uno sperimento simile, ma avente un risultato opposto a causa di errori sistematici, era stato eseguito anche da A. Kircher (1601-1680) servendosi di una campanella posta all'interno di un pallone in cui era stata tolta l'aria, deducendo però che questa non era essenziale alla propagazione.


Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Otto_von_Guericke
https://www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/note.htm
https://www.istitutomontani.gov.it/museovirtuale/campanello_elettrico37/

lunedì 1 giugno 2020

La teoria del suono di Leopardi - STEP#20

Giacomo Leopardi, ritr. A Ferrazzi, Recanati

Leopardi trova il bello poetico nel vago e nell’indefinito, che sono suscitati dalla vista impedita da un ostacolo, una siepe, un albero, una torre, una finestra.
Nelle pagine dello Zibaldone si viene a costruire anche una vera e propria teoria del suono.
Leopardi elenca tutta una serie di suoni suggestivi perché vaghi: un canto che vada a poco a poco allontanandosi, un canto che giunga all’esterno dal chiuso di una stanza, il muggito degli armenti che echeggi per le valli, lo stormire del vento tra le fronde.

Dallo Zibaldone(https://inostritempisupplementari.files.wordpress.com/2016/04/leopardi-lo-zibaldone-teoria-della-visione-testo.pdf):

"È piacevole per se stesso, cioè non per altro, se non per un’idea vaga ed indefinita che desta, un canto (il più spregevole) udito da lungi, o che paia lontano senza esserlo, o che si vada appoco appoco allontanando, e divenendo insensibile; o anche viceversa (ma meno), o che sia così lontano, in apparenza o in verità, che l’orecchio e l’idea quasi lo perda nella vastità degli spazi ; un suono qualunque confuso, massime se ciò è per la lontananza; un canto udito in modo che non si veda il luogo da cui parte; un canto che risuoni per le volte di una stanza ec. dove voi non vi troviate però dentro
...
Nè l’udito nè gli altri sensi non arrivano a determinare nè circoscrivere la sensazione, e le sue concomitanze. È piacevole qualunque suono (anche vilissimo) che largamente e vastamente si diffonda, come in taluno dei detti casi, massime se non si vede l’oggetto da cui parte. A queste considerazioni appartiene il piacere che può dare e dà (quando non sia vinto dalla paura) il fragore del tuono, massime quand’è più sordo, quando è udito in aperta campagna; lo stormire del vento, massime nei detti casi, quando freme confusamente in una foresta, o tra i vari oggetti di una campagna, o quando è udito da lungi, o dentro una città trovandosi per le strade ec. Perocché oltre la vastità, e l’incertezza e confusione del suono, non si vede l’oggetto che lo produce, giacchè il tuono e il vento non si vedono. È piacevole un luogo echeggiante, un appartamento ec. che ripeta il calpestio de’ piedi, o la voce ec. Perocchè l’eco non si vede ec. E tanto più quanto il luogo e l’eco è più vasto, quanto più l’eco vien da lontano, quanto più si diffonde; e molto più ancora se vi si aggiunge l’oscurità del luogo che non lasci determinare la vastità del suono, nè i punti da cui esso parte ec. ec. E tutte queste immagini in poesia sono sempre bellissime..."


Riferimenti bibliografici:
https://valtercaria.it/appunti/letteratura-it/leopardi.pdf
https://docu.plus/it/doc/letteratura/leopardi-la-poetica/42686/view/

mercoledì 27 maggio 2020

Le case del suono nella nuova atlantide - STEP#19

Nuova Atlantide, 1624
La nuova Atlantide è un racconto utopico incompiuto, scritto da Francesco Bacone nel 1624.
Bacone narra di un gruppo di viaggiatori che naufragano nell'isola di Bensalem, dove vive una popolazione felice che si basa sulla ragione, scienza e collaborazione tra persone.
L'istituzione più importante dell'isola è la Casa di Salomone o Collegio delle Opere dei Sei Giorni, istituita dal re Atlantideo Solamone, dove i bensalemiti si dedicano ad esperimenti scientifici realizzati con il metodo baconiano, per controllare la natura e applicare la conoscenza per migliorare la società.
Qui sono presenti diverse "case", come le "case della matematica", "case del profumo" e "case del suono":

"Abbiamo ancora case del suono nelle quali esperimentiamo e riproduciamo tutti i suoni con la loro origine. Possediamo accordi che voi non avete, di quarti di tono e di passaggi di suono ancora più lievi. Anche diversi strumenti musicali, a voi ignoti, alcuni più soavi di tutti quelli che avete voi; e insieme campane e campanelli di suono delicato e dolce. Produciamo tanto i suoni piccoli quanto quelli grandi e profondi; e quelli grandi sia bassi sia acuti; produciamo vari tremoli e trilli di suoni che originalmente sono interi. Riproduciamo e imitiamo tutti i suoni e le lettere articolati e le voci e le note degli animali e degli uccelli. Abbiamo certi congegni i quali, se applicati all'orecchio, favoriscono assai l'udito. Abbiamo ancora vari strani echi artificiali, che riflettono la voce molte volte, quasi rigettandola; e alcuni che restituiscono la voce più forte di quanto non sia andata, alcuni più acuta e altri più profonda; e persino alcuni che restituiscono la voce diversa nelle lettere o nel suono articolato da quella che ricevono. Abbiamo anche la maniera di incanalare i suoni in cilindri e tubi, in direzioni e distanze singolari."


Riferimenti bibliografici:
Nuova Atlantide, Francesco Bacone, 1624
https://filinge.blogspot.com/2020/04/la-nuova-atlantide-2.html
https://it.wikipedia.org/wiki/La_nuova_Atlantide
https://www.skuola.net/filosofia-moderna/bacone-nuova-atlantide.html

martedì 26 maggio 2020

"Kometenschweif", Husserl - STEP#18

Edmund Husserl (1859–1938) è stato un filosofo e matematico austriaco, fondatore della fenomenologia.

foto della cometa Swan, scattata dalla NASA

Egli dedica alla percezione del suono, e del suono musicale in particolare, una parte del suo trattato “Sulla fenomenologia della coscienza interna del tempo”, dimostrando la sua dipendenza dall’esperienza del tempo.
La metafora che usa è “Kometenschweif” (coda o scia di cometa):  la percezione di una melodia assomiglia a quella della traccia visiva lasciata dalla cometa mentre attraversa lo spazio; il residuo di coda luminosa corrisponderebbe alle note appena udite che la memoria ritiene mentre l’orecchio percepisce le altezze suonate all’istante, analoghe, queste, alla punta della cometa ancora visibile nel cielo. L’anticipazione della direzione in cui la cometa procede una volta sparita dal campo visivo, corrisponderebbe alla nostra coscienza che “protende” con la melodia verso il suo proseguimento.
In ogni istante dell’ascolto il presente si assomma alla cognizione dei suoni passati e all’anticipazione di quelli a venire nella “direzione” indicata; ma la traiettoria, nella musica è molto più aperta e meno prevedibile di quella di una cometa, perciò più che di anticipazione conviene parlare di attesa o di aspettativa.

Husserl denomina questi 3 "stadi" così:
-impressione originaria, il momento in cui il suono è udito. Il suono genera appunto un'impressione sulla coscienza connessa all'estensione del suono.
-ritenzione, il perdurare nella coscienza di un evento al passare del tempo,cioè la relazione che il perdurare del suono nella coscienza ha con la consapevolezza che si tratta di un suono identico che si sviluppa nel tempo. La coscienza ritiene l'impressione originaria del suono mentre il suono perdura
-protensione, la nostra anticipazione del momento successivo, cioè la nostra coscienza si "protende" verso il futuro anche se è incapace di prevederlo.

Per ulteriori dettagli e approfondimenti consiglio di visitare i seguenti link (dell'università degli studi di Milano) :
http://users.unimi.it/gpiana/dm6/dm6husam.htm#n4


Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Edmund_Husserl
http://www3.unisi.it/ricerca/prog/musica/sapere/fenomen.htm
https://allegatifac.unipv.it/lucavanzago/file/VanzagoTeoretica2014.pdf

venerdì 22 maggio 2020

Il suono delle trombe, l'Apocalisse

Nell'Apocalisse di Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento, vengono descritti 7 angeli che segnano l'inizio della fine con il suono delle trombe, preceduti da un inquietante silenzio.

« Appena il primo angelo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò » (8,7)
...
« Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente » (8,12)

« Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; egli aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera. Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà. » (9,1-6)

I 7 angeli che suonano le trombe sono raffigurate anche nel Giudizio Universale di Michelangelo Buonarrotti, situata nella Cappella Sistina nella città del Vaticano:

Particolare del Giudizio Universale

               Israfil che suona la tromba
Un loro analogo nella tradizione religiosa coranica e islamica è l'Israfil, un angelo che è incaricato di suonare la tromba nel giorno del Giudizio finale. Al suono della tromba seguirà la morte immediata di ogni essere umano ancora in vita, immediatamente dopo resuscitato da Allah per il suo verdetto finale che, scritto su una tavoletta, sarà letto dallo stesso Isrāfīl.

"E la tromba deve essere bruciato, in modo che tutti coloro che sono nei cieli e tutti coloro che sono sulla terra deve svenire, tranne colui che Allah,., Allora vi sarà soffiato di nuovo, allora essi staranno in piedi in attesa" - Quran, 39.68.

Post sugli dei mitologici e cristianesimo, clicca qui




Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni
http://www.fmboschetto.it/religione/Apocalisse/Apocalisse3.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Israfil
https://it.qwe.wiki/wiki/Israfil

Abbecedario del suono - STEP #17

Apocalisse
Beatitudine
Colori
Divinità
Emozioni (esempio:Il suono della paura)
Fantasia
Genesi
Haiku
Inquinamento
Leopardi, Giacomo
Marinetti, Filippo Tommaso (futurismo)
Musica
Nostalgia
Om
Pentagramma
Quiete
Rumore
Silenzio
Teatro
Universo
Voce
Zen

domenica 17 maggio 2020

Om

Om è un mantra della religione indiana, oggetto di riflessioni teologiche e filosofiche e strumento di pratica religiosa e meditativa.

Il suono Om (o Aum) è un unico suono composto da 3 suoni distinti: A, U, M.
A – è associato allo stato di veglia, l’oscurità, l’ignoranza e il tempo presente
U – è associato allo stato di sogno, all’inconscio, al dinamismo e al tempo passato
M – è associato allo stato di sonno profondo, alla verità, alla purezza e al tempo futuro

C’è infine un’ultima sillaba muta che compone il mantra OM, ossia il suono silente, la pausa tra un mantra e l’altro. Quest’ultima sillaba rappresenta il Brahman che rappresenta qualsiasi cosa e racchiude il significato della coscienza e della realtà oltre il tempo e lo spazio.

Dal Mandukya Upanishad I, 8 (testo religioso indiano):
"Vaiśvānara, lo stato di veglia è indicato dalla suono A che è il primo elemento in quanto ottiene o in quanto è primo. Ottiene ciò che desidera e risulta primo colui che così conosce.
Lo stato di sogno, Taijasa, è indicato dal suono U che è il secondo elemento per il fatto che è più in alto [di quello precedente] o perché partecipa dagli altri due [in cui sta in mezzo]. Chi lo conosce è in armonia con il Tutto, nessuno dei suoi discendenti ignorerà il Brahman.
Lo stato di sonno profondo, prājña è indicato dal suono M che è il terzo elemento, in quanto crea o dissolve. Colui che conosce questo penetra questo universo facendolo suo.
Il quarto non corrisponde a un elemento è non misurabile è al di là della manifestazione e non agisce; è calmo e non duale. Tale è la sillaba Om, in verità è l'Ātman colui che così conosce penetrando con l'Ātman [individuale] l'Ātman [universale]."

Om è considerato il suono primordiale che ha dato origine alla creazione, che viene interpretata come manifestazione stessa di questo suono, oltre che la sintesi e l'essenza di ogni mantra, preghiera, rituale, testo sacro, essere celeste o aspetto del Divino.

Riferimenti biliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Om_(induismo)
https://denisedellagiacoma.com/il-significato-del-simbolo-om/

venerdì 15 maggio 2020

Pitagora: in principio fu la corda - STEP #16

Particolare della Scuola di Atene (Pitagora), Raffaello Sanzio
Pitagora (580/70 – 495 a.C.) è descritto dalle fonti come un uomo dotato di facoltà semi-divine e si dice che fosse stato il primo ad ascoltare il suono prodotto dai pianeti i quali, muovendosi in orbite perfette – come ritenevano i pensatori dell’epoca – producevano ognuno un tono musicale e, tutti insieme, un grande accordo cosmico, sintomo e testimone della perfezione divina che decise di creare il mondo in modo perfetto e ordinato.

Per Pitagora, il significato di cosmo veniva a coincidere con quello di “ordine equilibrato”, ovvero un luogo dove tutti gli elementi riuscivano a convivere e fondersi, grazie ad una divina harmonia, che generava tutte le realtà conosciute. In questo senso, la musica era l’ennesimo risultato di questo sommo ordine e, anzi, la sua manifestazione più concreta.I pitagorici tradussero poi i rapporti tra gli intervalli dei suoni in rapporti numerici e li rappresentarono tramite la matematica.

Pitagora determinò le consonanze musicali di tono, quarta, quinta e ottava, ascoltando il battere dei martelli nei pressi di una fucina; leggenda tramandata da il filosofo Giamblico.
Si narra che Pitagora, mentre passeggiava, udì provenire da un’officina d’un fabbro alcuni suoni, che gli sembrarono in parte gradevoli e in parte sgradevoli. Quattro fabbri battevano quattro martelli sulle quattro incudini e i suoni producendo tra loro sia consonanze sia dissonanze. Pitagora si avvicina incuriosito e, grazie alle spiegazioni dei fabbri, scopre che le diverse altezze dei suoni dipendono
non dai muscoli o dalla forza del percuotere, ma dal diverso peso dei magli. I magli hanno pesi in rapporto 6, 8, 9 e 12, quei numeri stabiliscono proporzioni. La musica è appunto la scienza della proporzione tra i numeri. Pitagora stabilisce che il rapporto 6: 12 = 1: 2 indica l’ottava o armonia, e allo stesso modo dal rapporto 6: 9 = 2:3, si ricava la quinta; dal rapporto 6: 8 = 3: 4, la quarta e dal rapporto 8: 9, il tono.
Pitagora applicò la proporzionalità anche ai flauti e a tutti gli strumenti a fiato, ritrovando gli stessi rapporti (1:2, 2:3, 3:4, 8:9) e arrivò alla conclusione che gli strumenti producevano suoni armonici se c’era proporzionalità tra la larghezza e la lunghezza dei flauti e lo spessore e la lunghezza e l’allentamento della corda, e tra il restringimento e l’accorciamento dei flauti e l’assottigliamento e la tensione e l’accorciamento della corda:
- L’altezza del suono è inversamente proporzionale alla lunghezza della parte di corda suonata.
- Il suono prodotto da corde diverse per spessore e materiale è diverso.
- L’altezza del suono prodotto è direttamente proporzionale alla tensione della corda.

Xilografia medievale che raffigura Pitagora con campane e altri strumenti che suonano in armonia

Come abbiamo già detto, l'universo fisico dei Pitagorici è un cosmo, cioè un tutto ordinato, armonico. Alla base dell’idea di armonia vi è l’idea di commisurabilità, e dunque vi è il numero, che per i Pitagorici rappresenta l’arché. Interessante è anche la traduzione di logos, dal greco: parola, verbo e in origine rapporto. Arithmos, numero, logos, rapporto, sono parole usate indifferentemente l’una per l’altra nella tradizione pitagorica. Ecco emergere l’accostamento di Logos con rapporto numerico (sopratutto 1/2), misura, equilibrio, proporzione, armonia.
Riferimenti bibliografici:
https://www.arteantica.eu/armonia-delle-sfere/
http://associazione432hz.altervista.org/la-musica-delluniverso-larmonia-delle-sfere/?doing_wp_cron=1587571603.1887569427490234375000
http://disf.org/editoriali/2018-02
https://www.famigliafideus.com/wp-content/uploads/2016/05/3-ARMONIA-PITAGORA.pdf

I limiti dello sviluppo, l'inquinamento acustico - STEP#15

The Limits to Growth ("I limiti allo sviluppo") fu pubblicato circa quarant'anni fa e sconvolse il mondo. Il libro, basato su una ricerca di una squadra di scienziati futurologi del Massachusetts Institute of Technology, era latore di un messaggio oggi più attuale che mai: il pianeta Terra è un sistema limitato e la crescita economica a pieno ritmo è destinata a portare la nostra società e l'ambiente verso il collasso.

Nel paragrafo Problems with no technical solutions viene fatto un accenno alla problematica dell'inquinamento acustico, che diminuisce la qualità della vita, specialmente nei centri delle grandi città.

"When the cities of America were new, they grew rapidly. Land was abundant and cheap, new buildings rose continuously, and the population and economic output of urban regions increased. Eventually, however, all the land in the city center was filled. A physical limit had been reached, threatening to stop population and economic growth in that section of the city. The technological answer was the development of skyscrapers and elevators, which essentially removed the constraint of land area as a factor in suppressing growth. The central city added more people and more businesses. Then a new constraint appeared. Goods and workers could not move in and out of the dense center city quickly enough. Again the solution was technological. A network of expressways, mass transit systems, and helicopter ports on the tops of the tallest buildings was constructed. The transportation limit was overcome, the buildings grew taller, the population increased.
Now most of the larger US cities have stopped growing. (Of the ten largest, five-New York, Chicago, Philadelphia, Detroit, and Baltimore-decreased in population from 1960 to 1970. Washington, DC, showed no change. Los Angeles, Houston, Dallas, and Indianapolis continued to grow, at least in
part by annexing additional land.) The wealthier people, who have an economic choice, are moving to the ever-expanding ring of suburbs around the cities. The central areas are characterized by noise, pollution, crime, drug addiction, poverty, labor strikes, and breakdown of social services. The quality of life in the city core has declined. Growth has been stopped in part by problems with no technical solutions. A technical solution may be defined as "one that requires a change only in the techniques of the natural sciences, demanding little or nothing in the way of change in human values or ideas of morality." Numerous problems today have no technical solutions. Examples are the nuclear arms race, racial tensions, and unemployment. Even if society's technological progress fulfills all expectations, it may very well be a problem with no technical solution, or the interaction of several such problems, that finally brings an end to population and capital growth."

Inquinamento acustico provocato dal traffico-Roma-2019

Riferimenti bibliografici:
The limits pf Growth, Donella H. Meadows-Dennis L. Meadows-Jørgen Randers-William W. Behrens III (pag 149-150)
(http://www.donellameadows.org/wp-content/userfiles/Limits-to-Growth-digital-scan-version.pdf)

domenica 10 maggio 2020

Koto, il suono del drago

Chikanobu Toyohara (1838-1912), Suonatrice di Koto – Azuma

Il koto ( 箏 ) è uno strumento musicale a corda giapponese derivante dallo strumento cinese Zheng.
E' lungo circa 180 cm e la versione tipica presenta 13 corde, sotto le quali sono presenti ponti mobili che all'occorrenza permettono di cambiare la tonalità. Il suono viene prodotto pizzicando le corde tra le dite. Le note sono scritte o nella notazione tradizionale del koto o sul classico pentagramma.

Ai suo albori (VII-VIII secolo), il koto era considerato in Giappone uno strumento per ricchi. Una sua versione modificata era invece per i soli non vedenti.

Le leggende narrano che il koto assomigli a un drago.
Per questo motivo ogni sua parte è chiamata come le parti del corpo di un drago:
-ossa del drago (竜甲Ryuko ), cioè la parte superiore
-stomaco del drago (竜腹ryūfuku ), cioè la parte inferiore
-testa del drago (竜頭Ryuzu ), cioè un'estremità
-corna del drago (竜角ryūkaku), cioè una parte dell'estremità
-occhi del drago(竜眼ryūgan) cioè i fori per le corde
-coda del drago (竜尾, ryūbi ),cioè l'altra estremità del koto


Di seguito il brano Tegoto, eseguito da Michio Miyagi.




Riferimenti bibliografici:
https://it.qwe.wiki/wiki/Koto_(instrument)

mercoledì 6 maggio 2020

Yanny o Laurel?


"Yanny o Laurel" è un'illusione uditiva originata da una registrazione di una parola ("Laurel") a cui sono stati aggiunti suoni di sottofondo, confondendo l’orecchio dell’ascoltatore. Analizzando le frequenze della registrazione si è scoperto che entrambi i nomi sono presenti, e chi è più propenso a percepire le frequenze più basse sente “Laurel”,  chi quelle più alte “Yanny”.
Si hanno più probabilità di sentire Laurel invecchiando, in quanto si tende a perdere la capacità di sentire le frequenze più alte.
E', inoltre, anche importante quello che ci aspettiamo di sentire, e come il nostro cervello riempie i “buchi” della registrazione, le sue parti poco chiare. Capire una parola o l’altra, poi, può dipendere anche da ciò su cui ci concentriamo durante l’ascolto: e quindi può capitare di sentire entrambe le versioni, a turno.
E' interessante notare che anche se due persone sentono la stessa registrazione dallo stesso dispositivo può capitare che capiscano parole diverse e non riescano a intendersi.

Post sulla codifica del suono, clicca qui
Post sulla codifica della voce, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
https://www.ilpost.it/2018/05/17/yanny-laurel-registrazione-spiegazione/
https://en.wikipedia.org/wiki/Yanny_or_Laurel
Video originale-https://www.youtube.com/watch?v=yDiXQl7grPQ

La cronaca del suono - STEP#14


«Si apre così per la prima volta la possibilità di trovare dei correlati elettrici delle strutture grammaticali indipendenti dal suono e di capire la natura profonda del linguaggio umano»
Andrea Moro (neurologo e accademico italiano)

Recentemente un team di ricercatori è riuscito a trovare il modo per separare suono e grammatica, due tipi di informazione computati simultaneamente dal cervello, isolando il segnale elettrico delle strutture grammaticali.
Questi risultati segnano un passo avanti significativo per le neuroscienze verso la decifrazione del codice cerebrale del linguaggio umano e accrescono la speranza di arrivare in un futuro non troppo lontano a costruire strumenti che aiutino a risolvere problemi clinici di pazienti che non riescono più a parlare in modo normale.

I risultati sono stati pubblicati da La Nazione nei suoi fatti di cronaca. Per leggere l'articolo originale cliccare nel link alla fine del post.

Riferimenti bibliografici:
https://www.lanazione.it/cronaca/neuroscienze-un-passo-avanti-verso-la-decifrazione-del-codice-cerebrale-del-linguaggio-1.5136222

Ingegneria del suono - STEP#13

Il progresso tecnologico di questi ultimi decenni ha portato ad un aumento dell'importanza dell'audio e dell'acustica e delle nostre aspettative di qualità dell'esperienza di ascolto.
Così la crescita dell’attenzione verso il comfort acustico ha portato alla nascita di una nuova ingegneria: l'ingegneria del suono

Chi è l'ingegnere del suono?

L'ingegnere del suono è una persona esperta nella manipolazione e nelle tecniche di analisi e sintesi di segnali audio.
Il termine è tradotto dall'inglese "sound engineer", spesso tradotto come tecnico del suono o tecnico audio.
L'ingegnere del suono ha conoscenze di acustica fisica, psicoacustica ed elettroacustica e sa applicare le tecniche di analisi teorico-numerica e sperimentale nella progettazione e realizzazione di attività di ripresa, registrazione e riproduzione del suono in vari ambiti applicativi, quali la produzione discografica e multimediale, il public address, lo spettacolo e il broadcasting.

Riferimenti bibliografici:
https://didattica.polito.it/pls/portal30/sviluppo.guide.visualizza?p_cod_ins=03KQBPD&p_a_acc=2018
https://it.wikipedia.org/wiki/Ingegneria_acustica
https://www4.ceda.polimi.it/manifesti/manifesti/controller/extra/RegolamentoPublic.do?jaf_currentWFID=main&EVN_DEFAULT=evento&aa=2018&k_corso_la=263&lang=IT

mercoledì 29 aprile 2020

L'armonia ciceroniana delle sfere

«Movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio, e la natura richiede che le due estremità risuonino, di toni gravi l'una, acuti l'altra. Ecco perché l'orbita stellare suprema, la cui rotazione è la più rapida, si muove con suono più acuto e concitato, mentre questa sfera lunare, la più bassa, emette un suono estremamente grave; la Terra infatti, nona, poiché resta immobile, rimane sempre fissa in un'unica sede, racchiudendo in sé il centro dell'universo. Le otto orbite, poi, all'interno delle quali due hanno la stessa velocità, producono sette suoni distinti da intervalli, il cui numero è, possiamo dire, il nodo di tutte le cose; imitandolo, gli uomini esperti di strumenti a corde e di canto si sono aperti la via per ritornare qui, come gli altri che grazie all'eccellenza dei loro ingegni, durante la loro esistenza terrena, hanno coltivato gli studi divini.
Le orecchie degli uomini, riempite di questo suono, diventarono sorde, né infatti vi è in voi un altro senso più debole.»
(Cicerone, Somnium Scipionis, libro VI del De re publica, cap. 18)

Cicerone vedeva l'universo come un complesso strutturato in cerchi concentrici, aventi come centro la Terra: si trattava di sfere intese come ambiti di pertinenza, ognuna delle quali contenente un pianeta che esse trascinavano con sé, muovendosi in maniera circolare, generando il suono.

Andreas Cellarius: Harmonia macrocosmica seu atlas universalis et novus, totius universi creati cosmographiam generalem, et novam exhibens

“Scipione l’Emiliano: Che cos’è? Che musica è questa così intensa e così piacevole, che riempie le mie orecchie?
Scipione l’Africano: È quella prodotta dall’energia che muove le sfere stesse composta da note emesse ad intervalli ineguali, ma tuttavia distribuiti ciascuno sulla base di un rapporto razionale; ne deriva una precisa varietà di armonie…”. (Sogno di Scipione)

Post sulla concezione della musica di Boezio, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
https://it.wikipedia.org/wiki/Musica_delle_sfere

Il suono nel pensiero medievale- STEP#12

Medioevo: la musica è parte di noi...

Boezio fu un filosofo e senatore romano vissuto tra il V e VI secolo che introdusse lo studio della musica, e prima di lui Agostino, come funzionale all’attingere verità superiori.
Boezio, nel suo De institutione musica (1, 2), sostiene:

"Principio igitur de musica disserenti illud interim dicendum videtur, quot musicae genera ab eius studiosis conprehensa esse noverimus. Sunt autem tria. Et prima quidem mundana est, secunda vero humana, tertia, quae in quibusdam constituta est instrumentis, ut in cithara vel tibiis ceterisque, quae cantilenae famulantur."

In questo breve tratto egli concepisce la musica come strumento logico universale, di conoscenza, e la divide in 3 categorie: musica mundana quando riflette l’armonia dell’universo, musica humana quando esprime l’armonia interiore dell’anima, musica instrumentalis quando è pratica ed emerge dalle voci e dagli strumenti.

Berio, in "Un ricordo al futuro...", riassume la concezione musicale di Boezio:

"La musica è governata da numeri ed è quindi armonica. Le leggi dell’universo erano per Boezio, come già per Pitagora prima di lui, di natura essenzialmente musicale …
...
per Boezio la via più sicura per giungere all’anima passa attraverso l’orecchio … La musica influenza il comportamento umano … ed è bene dunque conoscere i suoi elementi costitutivi nonché il suo valore etico."

Inoltre, Boezio dimostra di conoscere la natura delle onde sonore nel De Institutione Musica (1, 14) : egli paragona l'origine del suono al gettare un sasso in un laghetto od in acque tranquille, ove si forma dapprima una piccola onda circolare, e poi via via onde per cerchi sempre più ampi, fino al dissolversi del movimento. Nell'aria ha luogo un fluttuare di onde sonore sferiche finché esse colpiscono l'udito.

Boezio
Post sull'armonia ciceroniana delle sfere

Riferimenti bibliografici:
https://www.researchgate.net/publication/48603808_I_concetti_di_materia_forma_e_ordine_nel_pensiero_teorico_musicale_medievale_e_contemporaneo/fulltext/0f318dc73829de2216369238/I-concetti-di-materia-forma-e-ordine-nel-pensiero-teorico-musicale-medievale-e-contemporaneo.pdf
file:///C:/Users/10537bm/Downloads/808-Articolo-3279-1-10-20110116.pdf
http://www.handelforever.com/paolanicolialdini/boezio.htm

martedì 28 aprile 2020

La codifica della musica

La trasmissione della musica necessita di una grande quantità di informazione, sopratutto se paragonata alla trasmissione della voce.
Il nostro orecchio percepisce frequenze fino a circa 20.000 Hz, per questo è necessario memorizzare tutta l'informazione nella banda compresa tra 0 e 20.000 Hz.
Per una riproduzione sonora di qualità, oggigiorno, viene usata una frequenza di campionamento di 44.100 Hz, che permette di codificare tutta l'informazione fino a circa 22.000 Hz.
Ogni campione è rappresentato su 16 bit e vi sono due campioni, uno per ogni canale stereofonico, e servono quindi un totale di 32 bit. Pertanto 10 secondi di musica richiedono circa la bellezza di 1,7 milioni di byte!
Per ridurre la quantità di bit necessaria a trasmettere un brano musicale sono state introdotte diverse codifiche.

MP3

MP3 (acronimo di MPEG Layer 3) è la codifica più nota e utilizzata per audio. Essa consiste nel suddividere la sequenza sonora in piccoli intervalli e analizzarli singolarmente per derivare le frequenze che lo compongono, scartando le frequenze meno percepite dall'orecchio umano.
Questo permette una compressione dello spazio utilizzato dell'ordine di 1 a 10.

MIDI

Il sistema MIDI (Musical Instrument Digital Interface) codifica una sequenza sonora mediante le note musicali, definendo anche il timbro, il vibrato e il tono. Oggi viene utilizzato principalmente dai sintetizzatori musicali, videogiochi e pagine web.


Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al Web 2.0, scritto da Mezzalama e Piccolo

venerdì 24 aprile 2020

La codifica della voce

Come trasformare la voce umana in codice binario così da poter essere trasmesso attraverso dispositivi elettronici?

Pulse Code Modulation (PCM)

Questa tecnica fu introdotta nel sistema telefonico con l'avvento delle centrali digitali o numeriche. Il segnale vocale è campionato 8000 volte al secondo e ogni campione codificato su 8 bit.
La trasmissione di una telefonata richiede pertanto un canale trasmissivo con capacità pari a 64.000 bit al secondo.
Una sua variante è l'ADPCM, che oggi usiamo nelle trasmissioni telefoniche su rete internet secondo la tecnologia "Voice over IP".


Code Excited Linear Prediction (CELP)

Questa tecnica è invece utilizzata nei sistemi di telefonia mobile GSM. Permette una buona intelligibilità anche con velocità di 10kbps.

Post sulla codifica del suono, clicca qui
Post sulla codifica della musica, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al Web 2.0, scritto da Mezzalama e Piccolo

Il suono della pandemia - STEP#11

Chissà che suono ha il COVID-19...

Ha il suono delle sirene che si dileguano...
Ha il suono del megafono del camioncino della protezione civile, in lontananza, che grida: "Rimanete a casa", accompagnato dal brivido degli ascoltatori,
Dei rintocchi di campane che come un canto scendono nella città muta e senza vita,
Degli appelli alla calma in tivù,
Delle voci sintetizzate provenienti dal pc o dal cellulare, di persone sentite vicine e lontane...
Ha il suono dell'inno d'Italia,
Di melodie contro la paura, cantate sui balconi per sentirsi più vicini.


Nel link c'è il video di uno dei tanti Flash Mob sui balconi accaduti in questo periodo, avvenuto a Roma, in cui si canta "Volare" di Modugno:

La musica del COVID-19 per la scienza

Alcuni scienziati, tra cui Markus Buehler, professore di ingegneria al Massachusetts Institute of Technology (Mit), hanno tradotto in musica il Covid-19 tramite la sonificazione. Essa consiste nell'esaminare le sequenze di amminoacidi che compongono la catena proteica del virus e riprodurle fisicamente assegnando loro suoni, ritmi e vibrazioni. 
Nel link la musica che hanno sintetizzato:

mercoledì 22 aprile 2020

100110010...il suono in codice binario

I computer parlano il linguaggio binario, perciò anche un suono, sia esso voce umana o musica, sarà rappresentato in forma digitale da una sequenza di bit.

Come passare da un suono a un codice binario?
Per "inserirlo" nel calcolatore dobbiamo elaborare le onde di compressione del mezzo tramite le quali il suono si propaga e quindi tradurre queste onde in un segnale elettrico. La funzione di traduzione è svolta dal microfono (1876): esso traduce una
grandezza fisica in un equivalente segnale elettrico tramite dei sensori(o trasduttori). I sensori generano una tensione che viene poi convertita in linguaggio binario tramite convertitori anologico-digitali (convertitori A/D).
La conversione avviene tramite il campionamento (sampling): il calcolo dei valori numerici del segnale ad intervalli di tempo prefissati. Il singolo valore è chiamato campione ed è espresso in binario.
Così come i numeri di macchina, anche i suoni espressi in binario sono affetti da errori, derivanti dal numero finito di bit con cui li esprimiamo. Nelle comuni applicazioni si usano 8, 12 o 16 bit.
Un'altra componente che può portare ad approssimazioni indesiderate è il periodo di campionamento, cioè l'intervallo di tempo che intercorre ogni campione, e il suo inverso, la frequenza di campionamento, cioè quante volte al secondo il convertitore A/D calcola il valore del segnale.
Quest'ultima deve essere almeno 2 volte maggiore della più alta frequenza di un suono per conservare tutta l'informazione presente nella grandezza fisica(teoria dell'ingegnere Harry Nyquist).

esempio di sampling di un'onda sonora

Post sulla codifica della voce, clicca qui
Post sulla codifica della musica, clicca qui

Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al web 2.0, di Marco Mezzalama e Elio Piccolo

La sintesi finale - STEP#24

monte Fuji e lago Shojiko all'alba in Giappone L' etimologia della parola "suono" è latina e il suo significato riman...