martedì 28 aprile 2020

La codifica della musica

La trasmissione della musica necessita di una grande quantità di informazione, sopratutto se paragonata alla trasmissione della voce.
Il nostro orecchio percepisce frequenze fino a circa 20.000 Hz, per questo è necessario memorizzare tutta l'informazione nella banda compresa tra 0 e 20.000 Hz.
Per una riproduzione sonora di qualità, oggigiorno, viene usata una frequenza di campionamento di 44.100 Hz, che permette di codificare tutta l'informazione fino a circa 22.000 Hz.
Ogni campione è rappresentato su 16 bit e vi sono due campioni, uno per ogni canale stereofonico, e servono quindi un totale di 32 bit. Pertanto 10 secondi di musica richiedono circa la bellezza di 1,7 milioni di byte!
Per ridurre la quantità di bit necessaria a trasmettere un brano musicale sono state introdotte diverse codifiche.

MP3

MP3 (acronimo di MPEG Layer 3) è la codifica più nota e utilizzata per audio. Essa consiste nel suddividere la sequenza sonora in piccoli intervalli e analizzarli singolarmente per derivare le frequenze che lo compongono, scartando le frequenze meno percepite dall'orecchio umano.
Questo permette una compressione dello spazio utilizzato dell'ordine di 1 a 10.

MIDI

Il sistema MIDI (Musical Instrument Digital Interface) codifica una sequenza sonora mediante le note musicali, definendo anche il timbro, il vibrato e il tono. Oggi viene utilizzato principalmente dai sintetizzatori musicali, videogiochi e pagine web.


Riferimenti bibliografici:
Capire l'informatica, dal microprocessore al Web 2.0, scritto da Mezzalama e Piccolo

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